Outdoor Passion | Notizie di sport all'aperto / Bici  / Ciclismo su strada  / Granfondo Colnago, una storia lombardo-emiliana

Granfondo Colnago, una storia lombardo-emiliana


E’ una questione di cinquecento metri e un ponte sul PO a rendere Piacenza emiliana e non lombarda, ma di questa lombardia così vicina ne gode del sicuro influsso, su tutti i fronti. Granfondo a Cavalli e Lancioni, mediofondo a Dazzani e Gazzini.
Geograficamente e politicamente, Piacenza è in Emilia-Romagna (e più precisamente in Emilia, per i puristi), ma è posta a ridosso della linea di demarcazione geografica sul confine lombardo, tanto da non essere in Lombardia per soli 500m e il con Po lì a fare la guardia al confine.
Questa vicinanza la si percepisce. Viaggiando sulla tangenziale si ha modo di sorpassare un camion pieno zeppo di pomodori da conserva a ricordare l’estrazione agricola della cittadina, ma anche di incrociare uno dei tanti mezzi delle varie compagnie di gestione logistica che hanno fatto di Piacenza un nodo prioritario di comunicazione.
Non per niente da quest’anno la Granfondo Colnago è entrata a far parte della Coppa Lombardia, la challenge capitanata e diretta da Vittorio Mevio che, in regione, vanta un ottimo successo di partecipazione.
Successo che Mevio si è trascinato anche a Piacenza, tanto da fare raggiungere la manifestazione (onori anche al Prestigio), verso la quota di 3700 iscritti, facendola così balzare tra le over 3500!
Che dire dell’organizzazione perfetta che, giunta ormai alla sesta edizione, non ha lasciato nulla al caso e si è fatta trovare pronta a gestire questa fiumana di persone.
Il pacco gara consegnato in questa edizione, nella sua versione base (ovvero senza la maglia commemorativa che prevedeva una quota aggiuntiva), conteneva al suo interno un berrettino da baseball e un paio di manicotti griffati Colnago, una confezione di Fruit&Go della Noberasco, una sportina di salse Biffi, alcuni campionici vari, una borraccia e tre integratori della Enervit. Un set di gadget di tutto rispetto.
Con una presenza della manifestazione ad un tal numero di circuiti (Coppa Lombardia, Prestigio e Camp. Ital. UDACE), è un vero rebus riuscire a creare delle griglie assennate che mettano d’accordo tutti, tant’è che si è fatto il possibile, ma qualcuno è rimasto scontento. A sentire le varie richieste dei singoli si può trarre la conclusione che tutti, ma proprio tutti, vorrebbero partire in prima griglia, cosa ovviamente impossibile.
La partenza, preannunciata dalle parole del nuovo speaker valdostano Paolo Mei, già corridore di ottimo livello, ora prestato a tale attività, ha seguito lo standard Colnago, ovvero tutti pancia a terra sino allo strappo di Vidiano, all’attacco del quale la media del ciclocomputer segnava 45km/h. Il percorso, che in questa edizione avrebbe dovuto presentare l’inedita salita di Groppo Arcelli, ha dovuto invece tornare in fretta e furia al percorso canonico, visto che il comune in questione non è riuscito ad asfaltare un tratto di strada interessato da un cantiere.
Quindi, di fatto, i tre percorsi sono rimasti immutati. Il percorso cicloturistico da 70km e 600m di dislivello, è stato caratterizzato da diversi tratti vallonati e due salite: Momeliano decisamente facile e lo strappo di Bagnolo, decisamente più insidioso di circa 3,5 km.
Il percorso Medio Fondo da 125km e 1700m, ha visto lo stesso tracciato del Granfondo, escludendo però il Passo S.Barbara, alleggerendosi di un migliaio di metri di dislivello.
Il percorso Gran Fondo è stato caratterizzato da tre salite principali, più lo strappo finale del Bagnolo. Sono stati scalati, in successione, il Passo Caldarola, prennunciato dal terribile strappo di Vidiano, l’impegnativo Passo Santa Barbara che con i suoi 18km e strappi a volte anche impegnativi, lascia nelle gambe un ricordo non troppo piacevole, quindi il facile Passo del Cerro, comune anche alla mediofondo, per giungere all’insidioso strappo di Bagnolo con punte bel oltre le due cifre. Quando la fatica sembra terminata, si deve mettere ancora in conto i 16km di pianura contro vento per raggiungere Piacenza, percorrendo così 156km e 2700m di dislivello.
Strade completamente blindate e senza traffico, in entrambe i sensi di marcia. Uno numero considerevole di moto staffette hanno fatto le veci degli angeli custodi ai vari gruppi che si andavano via via formando. Alcuni tratti di strada decisamente mal ridotti (le casse comunali di moltissime amministrazioni sono state raschiate già da un bel pezzo ormai), sono stati perfettamente segnalati sia con della segnaletica orizzontale sia con del numeroso personale a dimenarsi e a urlare fino a perdere la voce.
Ottimamente gestiti i ristori che, oltre a essere ben posizionati, erano anche provvisti di ogni necessità.
La comodità di avere la zona logistica alla Fiera di Piacenza, per i ciclisti, è veramente grande. Tutti i servizi sono a portata di mano, docce comprese. Pochi passi e si raggiungere il pasta party, posto all’interno dei padiglioni, assicurando così un’ottima location anche in caso di brutto tempo.
Sempre all’interno anche il palco delle premiazioni, permettendo così a tutti, di assistere alla cerimonia.
Ottimo e abbondante il pasta party, rapido e funzionale per la quasi totalità della giornata, fino a che un problema tecnico/organizzativo dell’azienda di catering che ha in gestione in pasta party, non ha fermato le code. Problema poi risolto e che fortunatamente non ha coinvolto un elevato numero di ciclisti.
Pasta, focaccia, coppa piacentina (ovviamente), un frutto, una banana e acqua, e la mitica supercrostata, sono stati serviti ad atleti e accompagnatori.
La granfondo l’ha vinta in volata il piemontese Gianluca Cavalli, in forza al Team Maggi Frw, che ha regolato il trentino Antonio Corradini, porta colori del Viner Factory Team Nautilus e Hubert Krys, del team Giordana Cipollini Tuttosport.com. Una fuga a otto elementi che prende forma sul Passo Caldarola e che resta così unita sino all’arrivo, dove è appunto la volata a decretare il podio.
Tra le donne, dominio incontrastato di Barbara Lancioni, del Team Sintesi-Vittoria-Copparo-Castelli, che lascia dietro di sè Monica Bandini del team Tubozeta-Mg.K Vis-Somec e Raffaella Carloni del Team Deka Faentina.
La mediofondo l’ha vinta nella volata a tre, William Dazzani del Team Sintesi-Vittoria-Copparo-Castelli. Si spartiscono il podio Mirko Bruschi del Team Pulinet che giunge secondo e Niki Giussani del Team Carimate Kuota che sale sul terzo gradino.
Vittoria femminile per la trentina Serena Gazzini (L’arcobaleno Carraro Team), ai danni della piacentina Roberta Anselmi del VO2 team e della valenzana Raffaella Palombo del Team Cinelli Glass’nGo.
Anche quest’anno, quindi, una gran bella festa che è riuscita a fare divertire i 3024 ciclisti che hanno raggiunto il traguardo.
Enrico Cavallini
Agenzia PlayFull
 
CLASSIFICHE
Granfondo: 156km
1Gianluca CavalliTeam Maggi Frw04:27:29
2Antonio CorradiniViner Factory Team-Nautilus04:27:29
3Hubert KrysGiordana Cipollini Tuttosport.Com04:27:29
4Simone SguerriGenetik Cycling Team Asd04:27:29
5Andrea BeconciniTeam Maggi Frw04:27:30

1Barbara LancioniSintesi-Vittoria-Copparo- Castelli04:56:03
2Monica BandiniTubozeta Mg K Vis Somec05:00:01
3Raffaella CarloniTeam Deka Faentina05:06:50
4Daniela GagginiVeloplus Makakoteam05:09:22
5Cristina LeonettiTeam Cinelli Glass’Ngo05:08:48

Mediofondo: 125km
1William DazzaniAsd Cicli Copparo Ancona03:17:20
2Mirko BruschiAsd Team Pulinet03:17:21
3Niki GiussaniTeam Carimate Kuota03:17:22
4Carlo CapitelliVelo Club Pontenure03:18:42
5Massimo BogliaG.A. Cicli Boglia Team Colnago03:18:42
90Serena GazziniL’Arcobaleno Carraro Team03:30:49
161Roberta AnselmiAsd Vo2 Team03:38:07
172Raffaella PalomboTeam Cinelli Glass’Ngo03:39:53
179Maria Cristina PratiGs Cicli Matteoni Frw03:39:53
186Monica BonfantiG.S. Massi’ Supermercati03:43:35
 
 

Marco Ceste